Dhanjal Paina
Ho chiamato la mia opera Simran , una parola indiana che contiene molti significati : rimembranza , ricordo, un ricordo interiore che ogni momento , ogni ora, ogni ogni secondo ci accompagna . Questa parola ci collega la nostra identità interiore che entra in azione sia nell'aspetto fisico e anche mentale . Ci illudiamo di conoscerlo ma in realtà non lo conosciamo . Un mistero molto grande . Ho utilizzato l'ago per mettere insieme la carta . L'ago trafigge ed unisce con il filo , come il dolore e la sofferenza , ma che permettono di arrivare alla purezza , alla delicatezza . Una luce bianca pura come l'animo di un innocente . Utilizzo la parola luce che in realtà non è definibile non si hanno le parole per descrivere che cosa sia , le parole finiscono , tutto si si blocca come il vento si ferma . La carta così fragile , nasconde e riflette oggetti materiali e naturali che rivelano la loro realtà cioè la luce che è indefinibile .
Nella nostra realtà la forza interiore è purtroppo diventata una mancanza , per questo non si è capaci di assorbire il vuoto . Il vuoto un qualcosa che fa sentire leggeri ma senza pensieri . Oggi sembra impossibile fermare il nostro pensiero . La meditazione è capace di assorbire il vuoto tenendo gli occhi chiusi e non avere pensieri o problemi che fanno parte nella vita terrena così potremo cogliere la vera essenza del vuoto . Mantenere gli occhi chiusi in un luogo naturale senza alcun disturbo . Mentre la luce avviene dopo il vuoto . Una luce , una nostra anima interiore si rivela a noi che non vogliamo conoscere siamo spaventati da questa anima per questo pensiamo di essere al centro dell' attenzione per questo vogliamo essere eterni non vogliamo morire scappare dalla verità assoluta la morte .
carta fatta a mano , utilizzo di elementi materiali e naturali , cucitura con ago e filo
carta su tela
70cm x 70cm