Vicentini Riccardo
Palinsesto è una tela dipinta nell'arco di due anni, abbozzando, sfiorando il finito per poi ricominciare da capo, seguendo un'idea di mappa fluida che in prossimità del risultato svaniva suggerendomi un nuovo inizio. Palinsesto non solo apre al suo senso originario di supporto, inciso-cancellato, ridisegnato-raschiato e riscritto, ma introduce anche la memoria della terra e delle acque di un luogo fantastico e reale al tempo stesso. Una serie di tracce e ricordi di paesaggi ormai lontani. Esploro una pittura di vedute, geografica, topografica a volte geologica come auto-indagine che va a delineare una mappatura del mio immaginario in connessione con l'ambiente e la natura. Da qui l'idea di tessere un legame più stretto con ciò che ha circondato la mia infanzia, senza dare delle coordinate del tutto rintracciabili, trascrivendo delle parole sulla tela. Ciò che appare scritto sono delle brevi frasi che suggeriscono delle dinamiche naturali-animali indecifrabili: la lingua dipinta è un antico dialetto sud-bavarese, il cimbro, oramai parlato da centinaia di persone. I testi ermetici diventano, suoni, echi, che si mimetizzano con gli strati di pittura precedente. La parola non è più informazione e muta in gesto pittorico, materia e campitura, suggerendo un percorso sulla superficie: un viaggio, una riscoperta.
Nella mia ricerca indago il rapporto tra osservatore (noi) e paesaggio, entrambi ricettori ed interfacce tra le quali avviene un duplice scambio di informazioni, la naturale necessità di entrare in contatto e rimanere a contatto, soprattutto attraverso il movimento, grazie al quale avviene la percezione dell'ambiente. La pratica pittorica e il disegno sono strumenti che mi permettono di focalizzare, approfondire, l'antico legame tra cartografia e arte nei loro intrecci, non dimenticando le implicazioni culturali, sociali e politiche delle mappe. Ne conseguono ulteriori riflessioni riguardo l'idea di mappa, la sua funzione o perdita della stessa, l'idea di mappa-reliquia, che applico nella raffigurazione di una cartografia sentimentale in continuo mutamento. Da qui avverto una nuova necessità di transito, sempre più forte e naturale: da rappresentazioni cartografiche e psicogeografie, tradurre in percorso attivo nel territorio il rapporto e lo scambio diretto con il paesaggio, camminare.
Olio
Tela
100x80 cm