Utopie di Bellezza

Paesaggio dopo la battaglia

Artista

Dosa Benedetta

Concept

L’opera “Paesaggio dopo la battaglia” nasce all’interno di un percorso di guarigione personale a seguito di una diagnosi di malattia e si pone come elemento conclusivo di una presa di coscienza di se. Essa prende forma attraverso l’unione di elementi iconografici e materici molto differenti che assumono la forma apparente di un paesaggio astratto. Parti pittoriche riprese da visioni al microscopio di tessuti ed organi si accostano infatti ad una materia duttile che ricorda la carne umana e ad una ruvida e massiccia di cemento. Il micro e il macro si mescolano tra l’intimità del corpo nella sua dimensione più organica e la sua astrazione totale che lo stende sulla tela sino a farlo diventare paesaggio. L’opera si muove all’interno della dicotomia tra libertà e imprigionamento. L’idea che il corpo possa essere un panorama fantastico liberandosi della sua stessa forma si riferisce alla speranza che caratterizza il processo di guarigione. Al contrario l’oppressione simbolica del cemento-montagna che si erge al di sopra della carne suggerisce invece il concetto di dominio e pesantezza di chi vive una condizione di malattia. Attraverso textures e materie fortemente contrastate si intende donare una visione surreale dove elementi umani e naturali, tattili e visivi si mescolano per restituire la complessità che spesso circonda il tema dell’abitare i propri corpi.

La mia ricerca inizia con uno sguardo introspettivo sul mio vissuto per affrontare questioni legate alla costruzione di sé e della propria identità. Attraverso ricordi, luoghi e azioni legati al quotidiano e alla sfera della domesticità, elaboro cronache che sappiano esprimere la complessità del processo di edificazione di se stessi nella nostra contemporaneità. Questo percorso si realizza grazie ad una poetica degli opposti. Ispirandomi al ribaltamento semantico e sensoriale di stampo surrealista, cerco di esaltare le qualità espressive di materiali spesso contrastanti, considerati come veicolo e mezzo di comunicazione del sensibile. Il rapporto con la femminilità, la rielaborazione dell’infanzia, gli oggetti come totem dell’esperienza umana, sono alcune delle ispirazioni più frequenti nella mia pratica artistica che sviluppo grazie a studi di carattere antropologico e psicologico. Centrale nel mio lavoro è infatti l’indagine sul carattere psicoanalitico della creazione e la sua capacità di elaborare eventi significativi e traumatici.

Olio, acquerello, vernice, cemento e cera su tela

tela

Dimensione

100 x 70 cm