Naccarato Jacopo
Lo spazio è spesso il principale soggetto del mio lavoro, il territorio, inteso come geografia emotiva, è un carattere fondamentale della mia ricerca. La tela, attraverso i colori caldi delle terre, testimonia la sua provenienza terrestre, generata dalla polvere sotto le nostre scarpe. In pacifico conflitto con essa, il tono sottomarino del verde produce un cortocircuito visivo che fa rimbalzare l'immagine. L'occhio è colto da un momento d'instabilità che, attraverso lo sguardo, in un gioco di andirivieni, trova una sorta d'instabile,ma accogliente, equilibrio. I ruvidi segni scarichi del pennello, simili a macchie d'olio impastate con la terra, provano a sporcare il paesaggio evidenziando la presenza di un intruso, un soggetto pensante, che si pone in primo piano. Attraverso queste impronte grigiastre l'uomo si racconta intervenendo sulla natura, che, a dispetto suo, non lascia segno sull'immagine, in quanto essa stessa non necessita di testimoniarsi.
Jacopo Naccarato, Arezzo, 1995. Particolarmente interessato alla pittura, lavora anche con scultura e installazione, secondo una visione strettamente pittorica. È mosso da una pratica quotidiana del “fare” e da un legame fortemente concreto con il suo lavoro. Le installazioni che crea con i tessuti e la terra e le pitture, evocano ambienti intimi e mnemonici, figure vicine all’uomo e ai prodotti del suo ingegno. “Delle volte la pietra risponde a certe mie esigenze, altre invece è necessaria la pittura per arrivare ad alcuni risultati, in certi casi lavoro con il legno mentre altre volte mi servo di tessuti e carte. Mi piace l’idea di utilizzare un campo d’azione vasto che mi fornisca gli elementi necessari per ottenere quello che cerco, questa necessità è ormai radicata nella mia attività. La pittura detiene un ruolo privilegiato in quanto è alla base del mio percorso, è da qui che ho iniziato. Questo ruolo implica anche un grande impegno da parte di entrambi e non sempre ci troviamo d’accordo.”
pittura ad olio
tela di cotone
50x60 cm