Zapparoli Giulia
L’opera vuole riflettere sul senso del tempo. Diverse mani si articolano nello spazio cercando di tenere in equilibrio e trattenere delle sfere; queste ultime rappresentano il tempo, e non vengono mai fermate una volta per tutte, sfuggono, l’equilibrio che si crea è instabile e provvisorio. Le mani si aggrovigliano tra loro in una tensione che mira al contatto con le sfere. L’uomo, coltiva da sempre l’utopia di possedere il proprio tempo, ma questo non gli è possibile; non abbiamo controllo sullo scorrere inevitabile della vita, ma viviamo con l’idea di avere il tempo nelle nostre mani. Forse questa utopia è proprio il «buon luogo» dell’uomo, dove credendo di possedere il suo tempo, agisce liberamente. In senso del tempo che scorre è amplificato dalla successione dei tre fogli in verticale, che creano una sorta di narrazione in tre fasi.
L’uomo e il suo quotidiano sono la mia principale fonte di ispirazione per affrontare diverse tematiche, trovando nel non finito e nel frammento il filo conduttore che lega le mie opere. Il tema dello spazio vuoto diventa un tramite per dare forma a temi quali l’equilibrio, la mancanza, il ricordo, la distanza. L’uomo e il suo sentire sono al centro della mia indagine: dare forma alle sue emozioni, relazioni, rendere visibile ciò che ognuno di noi vive, è ciò che miro a fare con le mie opere. Scultura, pittura e disegno sono un metodo per affrontare il mondo, creare forme e formulare nuove domande sulla realtà. Le mie opere non vogliono imporre un unico punto di vista, ma permettere allo spettatore di creare un suo personale significato, legato alla sua esperienza e sensibilità.
Acrilico su carta
Carta
96x25 cm (cornice esclusa)