Faloretti Alice
"Grotta metamorfica" fa parte del ciclo "Correspondences", opere in cui intendo indagare le alterazioni a cui il paesaggio è costantemente soggetto, in particolare quelle dovute a trasformazioni e catastrofi di origine naturale o provocate dall’azione umana. La relazione con l’ambiente rappresenta l’aspetto fondante della mia ricerca e le problematiche recenti hanno acuito il mio interesse verso determinati aspetti, dal nostro contestabile modello di sviluppo alle condizioni critiche del pianeta, dalla crescente alterazione di equilibrio tra l’uomo ed il suo ambiente di vita fino agli effetti avversi che ne stanno derivando. L’opera si sviluppa attraverso un processo di stratificazione, in cui forme organiche, fluide e mutevoli, si intrecciano e si sovrappongono man mano fino a fondersi l’una nell’altra, generando uno scenario alieno, scenografico, tra l’iconico e l’aniconco, in cui ogni scorcio pare contenere e rimandare all’altro come una sorta di mise en abyme. L’artificialità delle cromie e l’ambiguità delle forme vogliono conferire alla scena un’atmosfera straniante, proiettandoci su altri mondi possibili, su terre post-umane o forse antecedenti, contaminate o ancora inviolate. Il mezzo digitale ha avuto un ruolo decisivo nella progettazione di questo lavoro, specialmente nella prima fase di studio in quanto mi ha permesso di modellare le fotografie e le riproduzioni del dipinto stesso in corso d’opera; le immagini così decontestualizzate, distorte e scomposte, hanno infine trovato un nuovo ordine grazie alla pittura. La rappresentazione finale proviene dunque da un lavoro sviluppato in sinergia tra le informazioni estrapolate dal dato reale, la rielaborazione digitale e la materia pittorica. Con "Grotta metamorfica" ho voluto sondare e oltrepassare i limiti più concreti del paesaggio, evocando dal vissuto quotidiano suggestioni tra le più diversificate, di luoghi, ricordi, racconti, opere d’arte, che assimilo mediante un linguaggio in grado di connetterle tutte.
Il lavoro di Faloretti indaga il rapporto tra l’uomo e l’ambiente ad esso circostante, attraverso un confronto reciproco che vede intrecciarsi episodi personali e istanze collettive all’interno di un nuovo insieme di connessioni. Il paesaggio vissuto diventa il principale bacino d’analisi e di scoperta da cui poter carpire l’essenza del dato percettivo, che l’artista coglie, assimila e filtra attraverso uno sguardo intimo, profondamente legato alla memoria e all’immaginifico. Il mezzo pittorico, le consente di addentrarsi dentro un nuovo modo di vedere tale aspetto della realtà, ampliandone i confini tradizionali per scorgerne gli scenari più inaspettati; uno sconfinamento di mondi, una ricerca che riporta alla pittura stessa, a rivelazioni che suggeriscono nuovi quesiti, perpetuamente. Il linguaggio ibrido e ambiguo riflette l’indeterminatezza del contenuto, oscillando costantemente tra il familiare e lo sconosciuto, tra ciò che turba e che allo stesso tempo attrae.
Pittura ad Olio
Tela
90x70 cm