Nalli Alessandro
CONCEPT L’arte deve avere un luogo ma a volte anche i luoghi hanno un disperato bisogno dell’arte per esistere. L’obiettivo di questo lavoro, parte di una serie di fotografie più ampia, è quello di dare nuova vita ai luoghi dell’entroterra, quelli negati, lacerati, silenziosi. Quelli dell’infanzia, della fanciullezza, dimenticati nella vita adulta. Quelli non riconoscibili. Attraverso la profanazione fotografica e l’ispirazione ai quadri di Magritte, ho cercato di dare voce alla mia terra. Come un eco l’uomo riecheggia nella natura e trova il suo posto nel mondo. Quello stesso uomo che si è nascosto per tanto tempo, ora volge lo sguardo in avanti. Quel luogo che fino a un momento prima dello scatto non esisteva, o esisteva per pochi, ora vive grazie all’arte, per tutti. POETICA Come in una perenne seduta di psicoterapia, attraverso la fotografia cerco di andare ad indagare l’inconscio. Il mio e quello di chi osserva. Non esistono regole nell’immaginario, nei sogni e in ciò che potenzialmente può uscire dalla macchina fotografica. Mi lascio trasportare da ciò che ero e ciò che sono diventato per raccontare quelle parole che non potrebbero vivere solo grazie alla voce. Far vivere quelle storie partendo dalla propria terra, dal bosco dietro casa o dalla montagna in lontananza inserendo soggetti universali, indefiniti, in cui tutti possono riconoscersi. Per me la fotografia è un mezzo di cura.
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