Grossi Elena
2017-in corso | fotografia analogica | collage digitale | stampa digitale su carta Fine Art | 29,2x57 cm Fotografie di territori sconosciuti trovate in un vecchio album di viaggio di famiglia, sfidano la teoria gravitazionale trasformandosi, grazie alla tecnica del collage digitale, in paesaggi che non sembrano sentire il proprio peso. Come poli opposti di una calamita, porzioni di una stessa immagine si attraggono e si agganciano a vicenda fino a trovare un baricentro in comune per restare in equilibrio. La rotazione a 360° si fa metafora di una continua mobilità, riportando assiduamente ogni corpo al punto di partenza. Si tratta di piccoli spazi in cui non esiste caduta, meteore terrestri che ospitano realtà ribaltate dove la vita procede parallela, ma senza mai incontrarsi. Case départ in francese significa “punto di partenza”, ed è la scritta che si trova sulla prima casella dei giochi da tavolo. La scelta del titolo fa riferimento al percorso circolare condotto dalle immagini, le cui posizioni assunte nello spazio passano sempre per quella iniziale e da essa ripartono all’infinito, come scandite da un ritmo che resta invariato nel tempo. “Mi interessa l’operazione del costruire, l’operazione dello scomporre e del ricomporre architettonicamente spazi privati, inaccessibili e lontani, appartenenti ad una dimensione puramente idealistica. L’idea di meteora che possiede solo in parte l’aspetto terrestre, di mondo al contrario che trova equilibrio solo grazie al rovesciamento tra cielo e terra, ha il compito di stravolgere il confine tra verità e invenzione, ma anche le proporzioni ed il rapporto tra esse. Nella lettura dell’immagine emerge il tema della circolarità perché questi luoghi non hanno né inizio, né fine, ma sono come degli anelli, orbite percorribili senza sosta. Ogni corpo viene portato al rispecchiamento per assurdo, ribaltato da una percezione espansa e trasformato in isole fluttuanti e utopiche, avvolte dal clima sospeso e ambiguo della visione.” Elena Grossi è laureata in Pittura e successivamente in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Interessata a diversi sistemi di rappresentazione con particolare attenzione alla fotografia e al riuso poetico di quest’ultima, nei suoi lavori riflette sui concetti di illusione, memoria e distanza. La continua ricerca della lontananza, spesso affidata al processo metaforico del “come se”, dà vita ad un ribaltamento percettivo in cui i frammenti del microcosmo quotidiano diventano visioni “altre”, portatrici di un senso dell’inaspettato, dell’inesplorato e di nuove letture dei fenomeni circostanti. Attraverso pochi elementi sempre capaci di diffondere un clima dal carattere interiore e parallelamente universale, il mondo si scompone e si ricompone ogni volta in modo tanto imprevedibile quanto sensibile.
29,2x57 cm