Papa Arianna
Il rapporto fra uomo e opera d’arte è cambiato in seguito alla diffusione capillare della tecnologia. Un tempo la fruizione dell’arte era solo diretta, entravi in un museo, ti fermavi ad osservare i piccoli tocchi raffinati di pennello, la materia di cui un dipinto era composto, e creavi un legame con esso che ti suscitava emozioni. Creavi un rapporto con lo spazio a te circostante, sentivi la sua potenza, la sua identità ben distinta ed emotivamente vissuta. Il museo ti trasmetteva all’improvviso delle suggestioni, dei sentimenti e dei ricordi grazie al rapporto intenso che riuscivi ad istaurare con l’opera d’arte. Ora siamo abituati ad un flusso continuo di immagini sui social e questo fenomeno di massificazione ha fatto sì che le persone paragonassero la fotografia di un’opera alla sua concretezza: è diventata un insieme di pixel. Le opere si sono trasformate in una superficie differente, in uno schermo. Nel mio progetto ho proiettato su alcuni corpi umani, fotografati su fondo bianco, cinque opere d’arte famose per ricordare la magia e il legame che una volta era tanto forte: la fusione fra uomo e opera. Nel mio lavoro ogni pixel è una di queste proiezioni che insieme vengono assemblate in un’opera unica. Successivamente ho scelto di raffigurare Marilyn Monroe come opera contenitrice delle altre opere d’arte, come opera nell’opera. La mia scelta è ricaduta su Marilyn poiché lei è la diva dello schermo per eccellenza, simbolo di bellezza e musa di molti fotografi: quale quadro se non quello di Andy Warhol riesce a rappresentarla meglio? Utilizzando il suo viso ho inserito a mano le foto delle figure umane come pixel che diventano piccolissimi tasselli che assemblati insieme danno vita all’opera. P.S. andate a vedere la sua pelle, l’opera proiettata non vi ricorda qualcuno?
70x60 cm