Cardia Selene
Il quadro appartiene all'omonima serie che trova le sue radici nella necessità di svincolare la pittura dall'obbligo di un'idea che giustifichi i dipinti e che si concentri quindi sull'atto pittorico in sé. Il gesto acquisisce un'importanza fondamentale, nel senso del corpo che interagisce con lo spazio circostante e con la superficie della tela, in funzione della macchia-colore e del segno (quindi della pittura), cercando di comprendere in che modo possano sussistere in quanto tali, eludendo il pretesto di una figura, anche astratta, che imponendosi sul resto voglia far ordine sulla superficie pittorica. Persistere in questa ricerca per un lungo periodo di tempo – coinciso con il ritorno e la permanenza nel mio paese di origine in Sardegna, dopo tanti anni trascorsi fuori - implica il predisporsi alla quotidianità secondo un determinato ritmo, che influenza quindi la percezione di un luogo e di una realtà ritrovati. A questo punto l'atto pittorico si lega a doppio nodo con tutto ciò che va al di fuori di esso ma che in esso è implicato, ovvero la realtà circostante e il nuovo spazio di sensibilità che rispetto a essa si apre. È così che i quadri accolgono la suggestione di luoghi, luci, rumori, atmosfere senza però esserne la rappresentazione didascalica o simbolica: se la campitura, la macchia-colore suggeriscono qualcos'altro da sé lo fanno in maniera implicita ed evocativa. Il titolo, a sua volta, non ha con i dipinti alcuna relazione diretta ma piuttosto si muove analogamente ad essi. "Anche l'acqua del fiume ha bevuto le rive" è un verso dal forte potere immaginifico ed evocativo, estrapolato dalla poesia "La grappa a Settembre" di Cesare Pavese, che fa parte della raccolta "Lavorare stanca". Questo volume, incontrato durante il suddetto periodo, ha sicuramente influenzato inconsciamente la percezione del mio luogo di origine e tutto ciò che il farvi ritorno ha comportato, confluendo in qualche modo nel lavoro pittorico; stando a significare che la pittura sarà sempre prima di tutto pittura, e che nonostante questo, o forse proprio per questo, non sarà mai separata o distaccata dalla realtà intesa in senso ampio anche quando appare incentrata su un'esclusiva ricerca formale.
La ricerca artistica di Selene Cardia affronta temi che vanno da un'intima indagine della relazione tra corpo, gesto e superficie al ruolo giocato dalle immagini nella costruzione di identità, immaginario collettivo e memoria. La sua ricerca di Tesi “Immagine, Storia, Pittura” nasce dalla necessità personale di trovare un nuovo approccio alla pittura, alla luce di una domanda fondamentale: quali sono le immagini “possibili” per un pittore al giorno d'oggi? Domanda letterale nel senso della sovrapproduzione delle immagini nell'epoca contemporanea e al senso di impotenza e assuefazione che ne deriva, ma che va oltre a esso riferendosi all'approccio dell'artista alla realtà in cui vive e quindi alle possibilità di prendere posizione rispetto a essa. Parallelamente a questa ricerca teorica si sviluppa quella pittorica la quale, attraverso un linguaggio informale che si pone agli antipodi del narrativo e del didascalico, afferma già di per sé che la ricerca formale, anche quando sembra scavare unicamente nei problemi della pittura, non è mai slegata dal tempo in cui nasce e dalle problematiche ad esso annesse.
olio
tela
40x35 cm