Formisano Francesca
“L’utopia è un luogo fuori da ogni luogo, ma un luogo in cui avrò un corpo senza corpo, un corpo bello, limpido, trasparente, luminoso, veloce, colossale nella potenza, infinito nella durata, sciolto, invisibile, protetto, sempre trasfigurato”. Michael Foucault Il corpo è il luogo assoluto. Ognuno di noi risiede nei suoi confini e trascenderli è un obiettivo apparentemente inarrivabile. Il personale filtro che adottiamo, determina una precisa interpretazione della realtà che ci circonda: la gravità ci mantiene rigidamente fermi a terra e, ad ogni impulso che percorre il nostro sistema nervoso, corrisponde un prevedibile movimento della nostra anatomia. Eppure, pur non trascendendo gli inevitabili dettami della nostra più basilare struttura, esiste in noi un intimo desiderio di trovare un non–luogo, più semplice, più bello, più accogliente. L’acqua è portatrice del desiderio; essa trasfigura i confini del corpo donandole la propria incorporeità. Al contempo ci porge l’occasione di catturare l’essenza delle cose, eliminando il superfluo, e mostrandoci quanto è più vicino a noi stessi. Funge da specchio e dona ritmo. Nudi di fronte al mare qui, ora e adesso con lo scopo di lasciarsi sconvolgere, scompigliare, abbandonarsi a un silenzio pieno di aspettativa per poi stupirsi dinanzi ad un universo incontrollabile.
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