Bellini Gaia
Avventure storiche dell'animo. Profondissima quiete. “[...] Ma quando sono qui seduto, e guardo, comincio a immaginarmi spazi sterminati al di là di essa, e un silenzio sovrumano, e una pace abissale, fin quasi a sentire il cuore tremante di paura. E non appena sento il fruscio degli alberi carezzati dal vento, questa voce paragono a quel silenzio infinito: e d’improvviso nella mia mente affiora l’eternità, e tutte le stagioni passate e quella presente e ancora viva e la sua voce. Così il mio pensiero è sommerso in quest’immensità ed è dolce, per me, inabissarmi in questo mare.” L'infinito. Leopardi. Sindoni vegetali sono un modo di distacco dalla dimensione spazio tempo e di osservazione dell'accadimento naturale che si manifesta sulla tela in maniera fenomenica. Tramite la tecnica di stampa vegetale viene racchiuso all'interno delle tele crude materiale vegetale che, nel lasso di un lungo tempo di contemplazione, scandagliato da forti variabili che influiranno sul risultato, assorbiranno quel che è l'impronta ed il colore del materiale contenuto al suo interno, diventando pelli di una natura che ora c'è e domani non più, in un silenzioso e continuo mutamento di colori vibrazionali. Sindoni vegetali dal pensiero vogliono sfociare nel linguaggio simbolico e visivo con il concetto di pelle come rappresentazione del sé psichico che esiste finché un involucro corporeo ne garantisce l'individualità. L'integrità del proprio io-pelle. Pelle che come nel mito di Marsia può sopravvivere come contenitore al contenuto basta che mantenga la sua continuità, e può sopravvivere a se stessa come simbolo della continuità del Sé fecondo. Sindoni, perché nel linguaggio comune una e sola è la sacra, il simbolo dell’uomo al centro del mondo, sindoni e tante di un mondo vegetale per sfatare questo antropocentrismo soffocante e inconsistente. Inconsistente come le tracce che mutano alla luce solare sino a lasciare in superficie solo quelli che sono stati i segni più intensi che il tempo ha inciso rendendo intrinseci alla tela. La componente primaria non è più l'impronta ma l'assenza della stessa, in un movimento a ritroso di creazione quando noi vedremo una superficie del già accaduto, un fermo immagine in cui il processo è giunto al termine: memoria di un passato diventando la tela stessa narrazione storica. È questa caducità delle sindoni ad accompagnarci nella bellezza dell’impermanenza, al commovente e continuo cambiamento della natura.
Gaia Bellini nasce a Bardolino, tra le colline del Lago di Garda, nel 1996. In giovane età studia acquerello in bottega di paese. Terminati gli studi, dopo un anno passato in Sud America durante il quale ha modo di assistere e studiare la materia del colore che scaturisce dal mondo vegetale, torna in Italia dove si laurea all'Accademia di Belle Arti di Venezia in Arti Visive e, parallelamente, da sempre amante e attenta osservatrice della natura, approfondisce lo studio di piante tintorie e stampa vegetale, arrivando a trovare la sua cifra poetica esprimendosi attraverso quelle che lei chiama Sindoni vegetali: tele pittoriche che crea ricercando armonia e delicatezza sul tessuto che, avvolto in crisalidi, si lascerà imprimere nel tempo dando forma in questo modo alla sensibilità estetica ricercata, nel mezzo tra ricerca cosciente e scoperta.
Stampa botanica
Tela
40x30 cm ciascuna (dittico)