Pignattelli Marta
“L’amante di marmo” è un dipinto in cui è raffigurato il mito di Pigmalione e Galatea nella più semplice delle sue scene: mentre la maggior parte delle sue rappresentazioni sono state create per catturare la trasformazione della statua in donna, avevo il desiderio di trasferire l’attenzione sulla forma più spoglia delle emozioni dell’uomo e invece di trasmettere l’imponenza del miracolo volevo esprimere la nascita del potenziale inesplorato. L’attenzione è immediatamente catturata dalla candidezza del marmo di Galatea, illuminata come un miraggio: rappresenta la perfezione, è l’ideale che rende l’uomo umile e audace allo stesso tempo. Dà le spalle al suo ammiratore per dare una sensazione di superiorità nei confronti della forma umana, come era considerata da Pigmalione migliore di qualsiasi donna. Pigmalione, d’altro canto, è in parte nascosto dalle ombre, ed è seduto, mettendolo in una posizione inferiore: anch’egli, come Galatea, rivolge le spalle al pubblico, ma per ammirare il suo lavoro. Le sue braccia sono tese, sopraffatto dalle emozioni che lo travolgono come un’onda, colto di sorpresa dalla visione nonostante il tempo passato a crearla. Pigmalione, inoltre, è nudo per rappresentare il modo in cui è spoglio e vulnerabile all’effetto che Galatea ha su di lui. Per lo sfondo, infine, ho scelto un verde particolarmente scuro a simboleggiare la nascita di un potenziale locus amoenus spesso rappresentato da un giardino rigoglioso, non ancora emerso dall’oscurità ma pronto ad essere illuminato. Ho scelto il mito di Pigmalione come oggetto per varie ragioni: la più ovvia è il significato che ha per me come artista. Pigmalione è uno scultore che si innamora della propria creazione, Galatea è un’estensione di lui, dei suoi sogni e delle sue speranze. Se da una parte l’argomento principale del mito è l’amore romantico, inoltre, mi piace pensare che Galatea rappresenti una metafora per gli ideali base dell’essere umano, come la libertà e il benessere di un popolo, motivo per cui le mie decisioni artistiche, incluso il titolo, sono state influenzate anche dal romanzo “I Miserabili”: uno dei personaggi, simbolo della gioventù speranzosa in un futuro migliore viene definito come “l’amante di marmo della libertà”, mentre un altro, cinico e amareggiato, ne rimane affascinato ed esclama, descrivendolo “che bel marmo!”
In quanto artista, mi piace pensare di non avere una poetica definita: credo che l’arte non si dovrebbe mai limitare ad un solo modo di esprimere sensazioni, ideali e concetti, sia per quanto riguarda le tecniche utilizzate, sia il risultato estetico finale. Mi trovo, personalmente, insoddisfatta dal pensiero di realizzare unicamente opere caratterizzate da un unico messaggio e che esprimono le medesime sensazioni: il mio obiettivo, come artista, è il rappresentare le molteplici sfaccettature della razza umana, dall’imponenza dell’eroe omerico alla semplicità del personaggio comune, dalla grazia di una vergine di Raffaello all’oltraggiosa rappresentazione di Caravaggio. Credo che siano le persone, reali o fittizie, a portare l’arte al suo massimo splendore da ogni punto di vista, come artista, modello o semplice spettatore: ognuna di esse completa e modifica il messaggio rappresentato, e ciò che più vorrei è creare qualcosa in cui chiunque sia in grado di rispecchiarsi.
pittura ad olio
tela
50cmx70cm