Utopie di Bellezza

Squarci di Luce

Artista

Cardinale Michele Luciano

Concept

Il dipinto è stato pensato nel marzo del 2020 durante il periodo di lockdown, in piena pandemia, e realizzato nel 2021. È un olio su tela, completamente eseguito a spatola, pensato per essere presentato sospeso ad un filo, staccato dalla parete in modo da consentirne una fruizione a 360°, con la parte frontale illuminata da un faretto, in modo da renderne visibile la parte retrostante. L’opera, infatti, non si esaurisce nella parte frontale della tela, sulla quale sono stati applicati i colori, ma svela la sua vera essenza solo nella parte retrostante, che prende forma proiettando un fascio di luce sulla parte frontale. L'effetto così ricercato è una seconda scena, simile ma allo stesso tempo profondamente diversa da quella realmente dipinta, quasi ovattata, ottenuta per la trasposizione sul retro della tela dei colori, che con le loro diverse consistenze, date dalla maggiore o minore densità, e attraverso le loro sovrapposizioni regalano un nuovo punto di vista del soggetto, creando un effetto di sospensione materica. Fronte e retro del dipinto mostrano dunque la stessa scena e gli stessi colori, che però trasformati dalla luce diretta ed indiretta forniscono due distinte chiavi di lettura. Protagonista assoluto dell’opera è, quindi, evidentemente la luce, come suggerito anche dal titolo “Squarci di luce”. Luce che, nella marina dipinta, si fa strada fra le nubi che si diradano nel cielo, ma anche luce che, irradiando nel modo corretto il dipinto dall’esterno, ne rivela il significato più nascosto e recondito e l’ispirazione che l’ha mosso. Partivo dal desiderio di rappresentare la mia idea di libertà, desiderio che ho concretizzato dipingendo la barca a largo del porto, emblema di libertà, declinato tanto nella tensione che muove chi è in partenza quanto in quella di chi è di ritorno, a seconda della sensibilità di chi la osserva. Questa tensione non era altro che l'accumularsi, per me, di quelle emozioni di libertà, soffocate dall'obbligatoria gabbia di cemento che la casa ha rappresentato durante il periodo di lockdown, sospeso tra l'attesa di poter ritornare e la paura del protrarsi della lontananza da quel luogo a me tanto caro ed ameno. Questa rappresentazione, osservandola, non era però in grado di restituirmi le stesse emozioni che quell'idea nella mia testa riusciva a suscitarmi. L'idea utopica che avevo di libertà e della sua bellezza era irrappresentabile (il significato stesso di utopia "oggetto di un aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica" è irrealizzabile). Se qualcosa avevo reso, era senza dubbio un bel paesaggio impressionista, ma senz'anima; dove trovarla, se non nell'involucro stesso che avevo creato, e a farne da catalizzatore la stessa luce, una luce genitrice che le dà la vita, che la dischiude agli occhi del soggetto, che la rende evanescente, inconsistente come un’idea deve essere, variabile e volubile alle diverse intensità e inclinazioni della luce stessa, sempre dinamica come un'emozione sempre viva. Solo così ho potuto dare sostanza a quell'idea, non rappresentandola. Le due parti dell’opera coesistono e vivono nel suo involucro, si completano come due innamorati che si parlano schiena contro schiena senza mai guardarsi e viversi, senza mai poter ammirare la propria bellezza.

La mia pittura prende tendenzialmente ad oggetto ciò che la realtà mi offre, il più delle volte paesaggi e natura morta, filtrati dalle mie emozioni. La tecnica che permette di esprimermi al meglio è la pittura ad olio con spatola, in quello che viene definito impressionismo moderno; ciò che mi affascina di questa tecnica sono le infinite combinazioni ed i risultati a volte casuali a cui l'impasto dei colori, direttamente su tela, può portare. Questo mi rende libero da vincoli. Ciò che posso controllare è la spatola ed i movimenti e la scelta dei colori, ma l'effetto della commistione di questi è variabile e mutevole, rendendo il momento rappresentato unico nel suo genere.

Spatola

Tela

Dimensione

50x50cm